Attraverso l’analisi del gesto grafico spontaneo, il grafologo è in grado di rilevare indicatori coerenti con specifiche attitudini personali, tra cui: la capacità di comunicare, la flessibilità cognitiva, la gestione delle emozioni, la leadership, la collaborazione, il senso di responsabilità, la resilienza, l’empatia e il problem solving.
Ogni tratto grafico – come l’inclinazione delle lettere, la pressione sul foglio, la coesione o il distacco tra lettere, la disposizione nello spazio, il ritmo o la forma – riflette dinamiche interiori e modalità comportamentali che, se interpretate secondo modelli grafologici validati, consentono di delineare un profilo credibile e completo.
Ad esempio, una scrittura fluida e armonica può indicare buone capacità comunicative e adattabilità, mentre una grafia frammentata e rigida potrebbe segnalare difficoltà nella gestione del cambiamento o una tendenza al controllo. Una scrittura ampia e impulsiva può essere indice di proattività e spirito d’iniziativa, ma anche di impulsività emotiva, mentre una scrittura piccola e regolare può rivelare precisione, ma anche possibile timidezza o riservatezza.
In ambito HR, la grafologia può quindi affiancare colloqui, test e assessment center, offrendo una prospettiva oggettiva e non influenzabile dalla volontà del candidato, utile per cogliere aspetti profondi e meno dichiarabili delle competenze soft.